Siloe, la piscina di evangelica memoria alla quale il cieco nato fu inviato da Gesù a lavarsi gli occhi per acquistare la vista, è l’immagine della vicenda spirituale di Marcello Labor. Ebreo triestino non praticante, medico dei poveri, si convertì al cattolicesimo per affermare la propria nazionalità italiana. In seguito, la grave malattia della giovane moglie lo portò a rientrare in sè stesso e a conoscere il Dio di Gesù Cristo. La scelta “idealista” diventò piano piano la ragione dell’esistenza, al punto che, dopo la morte della moglie, il dottor Labor lasciò tutto per diventare sacerdote. Un impegno per la Chiesa e per il popolo di Dio a tempo pieno, senza risparmiare nulla di sè, “per recuperare gli anni perduti”. Ora è avviata la causa di beatificazione perchè tutti possano conoscere questa personalità ricca e profonda, che seppe manifestare la tenerezza e la sapienza di una paternità spirituale capace di accompagnare molti, giovani apiranti al sacerdozio e laici, nell’itinerario di formazione della propria identità cristiana, attingendo al Signore Gesù, unica sorgente di vita.
Vittorio Cian, sacerdote della Diocesi di Trieste, ha conseguito il dottorato in Sacra Liturgia presso il Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo di Roma. Alla collaborazione per riviste del settore, affianca l’attività di vicepreside dello Studio Teologico Aquileiese, presso il quale insegna Liturgia, e la docenza all’Istituto di Scienze Religiose della sua città. E’ postulatore della causa di canonizzazione di don Marcello Labor.